Il Piano Industria 4.0, che offre importanti sgravi fiscali alle aziende che investono in macchine e linee produttive interconnesse, ha stimolato gli investimenti in numerose realtà produttive. Ma non possiamo dimenticare che, ancor prima dell'entrata in vigore di questa agevolazione, le imprese italiane investivano per migliorare la propria competitività sul mercato.
La conferma arriva dal rapporto Istat “L'innovazione nelle imprese”. Il documento, diffuso nei giorni scorsi, analizza il triennio 2014-2016, stimando che il 48,7% delle imprese industriali e dei servizi con 10 o più addetti abbia introdotto innovazioni. Una percentuale in crescita del 4% rispetto agli anni 2012-2014.
La propensione innovativa è in netta ripresa fra le piccole e medie imprese (+4,3% per piccole e +3,4% per le medie) mentre è in lieve calo nelle grandi (-1,5%) per effetto di un ridimensionamento nei servizi.
L’industria è il settore con la maggiore propensione innovativa (57,1% di imprese innovatrici, in aumento del 7% rispetto al triennio precedente e, in particolare, per quasi tutte le grandi imprese industriali l’innovazione si conferma un aspetto centrale delle scelte strategiche aziendali (91,8% e +1,7% rispetto al 2012-2014).
Nel triennio di riferimento, quasi tre su quattro imprese innovatrici (73,3%) hanno introdotto innovazioni di prodotto o processo, il 21,8% ha effettuato soltanto forme di innovazione “soft” (non collegate alle tecnologie), come innovazioni organizzative e di marketing, mentre un restante 4,9% ha proseguito attività innovative non ancora portate a termine entro il 2016.
Si conferma la tendenza all’adozione di pratiche di innovazione di tipo integrato: il 53,2% delle imprese con attività innovative ha sviluppato nuovi prodotti-processi e contestualmente innovazioni organizzative o di marketing; il 50,2% delle imprese innovatrici in senso stretto ha innovato sia i prodotti sia i processi produttivi.
Nel 2016 la spesa per le attività innovative di prodotto-processo è stata in media di 7.800 euro per addetto, in sensibile crescita rispetto al 2014 (6.200 euro). La crescita interessa tutti i settori: dall’industria, che si conferma al primo posto (9.600 euro per addetto contro gli 8.000 del 2014), ai servizi (6.000 euro contro i precedenti 4.300) e, infine, alle costruzioni (4.900 euro per addetto contro i 2.800 del 2014).
Nel 2016, nei processi di innovazione delle imprese rispetto al 2014 cresce la componente di Ricerca e sviluppo e, in generale, degli investimenti in capitale intangibile (+6,7 punti percentuali).
Il 31,7% delle innovatrici in senso stretto ha dichiarato di aver beneficiato di incentivi pubblici nel triennio 2014-2016, in sensibile aumento rispetto al periodo precedente (+8,1 punti percentuali).